giovedì 5 giugno 2014

La rivoluzione chiama... Arduino risponde!

Fonte : The Economist
Lo sviluppo della società è sempre stato dovuto allo sviluppo della tecnologia, ma l’evoluzione della tecnologia è sempre stata motivata dalle necessità della società. Oggi possiamo affermare di vivere in una realtà automatizzata, mossa da esigenze produttive dai ritmi frenetici ma nel cui profondo qualcosa inizia a mutare.

Il mutamento ha un nome, sono i makers! Massimo Banzi ha dichiarato in un’intervista a wired: “I Maker sono personaggi interessanti: non sono nerd, anzi sono dei tipi piuttosto fighi che si interessano di tecnologia, design, arte, sostenibilità, modelli di business alternativi.”. Grazie a loro si intravede un nuovo modello produttivo incentrato sui fablab e sulle piccole produzioni, ma hanno anche il merito di aver mosso la lente di ingrandimento dell’interesse collettivo sulla rapida ascesa dell’homemade. Peter Troxler è intervenuto in un evento berlinese affermando che in questo mutamento trasversale si distinguono i tratti somatici di una terza rivoluzione industriale e indica le stampanti 3d come l’icona del cambiamento.

fonte: Arduino
Sebbene possa sembrare strano l’Italia gioca un ruolo da protagonista in questa partita. Proprio ad Ivrea, patria dell’Olivetti, nasce nel lontano 2005 Arduino un microcontrollore destinato a rivoluzionare il destino dei makers e di milioni di smanettoni ansiosi di creare qualcosa con le proprie mani. Arduino è già di per se un progetto rivoluzionario, è una piattaforma di prototipazione elettronica open-source che offre anche ai novizi la possibilità di creare oggetti interattivi e multimediali. L'esperienza dell'azienda del canavese ha dimostrato che si può inventare un prodotto nuovo rinunciando alla proprietà dell’idea per facilitarne la diffusione e la fruibilità.

La natura free di questo progetto ha provocato un aumento esponenziale di lavori ispirati ai valori dell'open-source e come ha spiegato Davide Gomba durante una lezione di rivoluzione digitale al fablab di torino, chiunque può creare un clone della scheda estendendone le funzionalità a suo piacimento a due condizioni: rilasciare questo nuovo progetto con la stessa licenza usata della società di Ivrea e usare un nome diverso. Così facendo se Arduino reputa le modifiche effettuate interessanti le può fare sue per migliorarsi.

 L’estrema semplicità con cui si può usare questa scheda ha avvicinato milioni di persone in tutto il mondo alla sottocultura dei makers  e questi hanno dato vita ai progetti più disparati: dai robottini domestici, ai droni personali fino alle stampanti 3d fatte in casa.



Proprio quest’ultima possibilità ha reso tutti noi potenziali interpreti di questa rivoluzione che sposta l’asse di produzione dalle grandi industrie alle nostre abitazioni. Se Arduino è o sarà l’anello di collegamento tra la società e la terza rivoluzione industriale così come quest’ultima è pensata dall’Economist lo potremo stabilire solo con il passare del tempo, di sicuro attualmente è uno degli strumenti che ogni fablab nascente non si fa mancare.
fonte: bloglive

Se siete incuriositi da questo mondo che spalanca le sue porte ad idee e progetti innovativi o volete semplicemente parteciparvi sappiate che il 28 ottobre si terrà la più grande Maiker faire d’Europa proprio a Roma, quale occasione migliore per scoprire la bellezza del creare?

1 commento:

  1. Non sapevo che ci fosse un nome preciso per questo genere di attività, né che fosse classificato come un vero e proprio hobby. Buono a sapersi!

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