giovedì 29 maggio 2014

E se in Brasile giocassero dei robot?

Quest'estate in Brasile si disputerà la ventesima edizione dei "Campionati Mondiali di Calcio". Sembra che non siamo lontani però dal giorno in cui vedremo, al posto dei nostri idoli, dei robot che si rincorrono e lottano per la vittoria. L'iniziativa nacque nel 1992 e l'idea di far giocare a calcio dei robot fu divulgata per primo da Alan Mackworth, un professore della University of British Columbia (Canada). Nello stesso anno a Tokyo venne organizzato un Workshop inerente all'intelligenza artificiale dove fu molto discusso il tema di diffondere, attraverso lo sport più popolare al mondo, gli sviluppi della scienza e della tecnologia. Nel giugno del 1993, dopo aver analizzato i primi ostacoli da superare e raggiunto un accordo, fu fondato il "Robot J-League" (J-League è il nome del più importante campionato di calcio giapponese).

                                Fonte: robocup2013.org

Nel giro di un mese il progetto riuscì a ricevere consensi da tutto il mondo e proprio per questo motivo fu modificato il nome in "Robot Soccer World Cup", che in breve è Robocup. Dopo un primo periodo di studi e sperimentazioni, e dopo aver stilato le regole ufficiali (sulla base di quelle FIFA) fu organizzato il primo torneo di calcio tra robot a Nagoya in Giappone, nel 1997. Al torneo presero parte 38 squadre di ben 11 nazioni diverse e ci fu un'affluenza di oltre 5.000 spettatori. 

Mentre i Campionati Mondiali tra umani si svolgono ogni 4 anni, quelli tra robot vengono disputati ogni anno in una nazione diversa, rilevando una sempre maggior affluenza di partecipanti e nazioni. Oggi in realtà l'evento è unico ma a secondo della natura e della composizione dei robot vengono disputati diversi tornei. L'obbiettivo principale però è rimasto invariato dal primo giorno in cui è stato inaugurato il progetto Robocup, ovvero quello di creare entro il 2050 una squadra di robot completamente autonomi in grado di sfidare, secondo le regole FIFA, la squadra vincitrice del più recente Campionato del Mondo.

                                  Fonte: Repubblica.it

1 commento:

  1. Se pensiamo al computer Deep Blue, che sfidò il campione di scacchi Kasparov perdendo di una spanna, credo che una squadra di calcio fatta di robot capace di competere seriamente con una squadra umana sia solo questione di tempo. Ma in questo caso serve ben più che capacità di calcolo. Sarà necessario l'apporto delle neuroscienze cognitive, che puntano, tra le altre cose, a riprodurre la capacità del cervello umano di autodeterminarsi nello spazio tridimensionale, oltre che un miglioramento della velocità di movimento e della coordinazione complessiva del corpo robotico, che allo stato attuale sono ancora lontani dall'essere raggiungibili.
    Dobbiamo solo lavorarci su.

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