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Affidare la propria vita ai robot oggi è possibile, infatti li
ritroviamo anche nelle sale operatorie, pronti ad operare.
La chirurgia robotica ha fatto il suo ingresso recentemente e rientra
nell'ambito della chirurgia mini-invasiva. In realtà, il robot non è completamente autonomo, ma è controllato per
mezzo di una consolle dal chirurgo, che non si trova nella sala operatoria, ma
gestisce (da fuori) i bracci meccanici dell’automa. Osservando il tavolo operatorio, il paziente non è solo con il
robot/chirurgo, ma un equipe di medici affianca e inserisce i bracci robotici nella cavità sede
dell’intervento.
Il primo dispositivo di chirurgia robotica è rappresentato dal DaVinci della Intuitive Surgical, che ha ottenuto nel 2000 l’autorizzazione per
essere utilizzato nella chirurgia laparoscopica. Il Da Vinci è composto dalla consolle e da quattro bracci robotici (www.oggi.it):
tre vengono utilizzati per operare, mantenendo bisturi, forbici o
strumenti di elettrocauterizzazione, mentre il quarto viene adoperato per
riprendere l’intervento e consentire al chirurgo una visione completa in
stereoscopia dalla consolle, pertanto è formato da una telecamera con due
lenti. Essendo un robot meccanico è il chirurgo a muovere i bracci attraverso
due pedali e due controlli manuali.
L’efficienza del Da Vinci, oltre ad effettuare una chirurgia mini
invasiva che significa minor tempo operatorio, piccole cicatrici e ripresa più
rapida, consente al chirurgo di avere una visione tridimensionale dell’intervento, di effettuare
manovre delicate e fini e di ruotare di 360° il braccio, riuscendo a raggiungere
spazi anatomici ristretti e profondi.
Però il robot, che ha un costo molto elevato, da renderlo proibitivo
a molte strutture, è programmato con un
software che non può essere modificato, vincolando così l’operato del chirurgo.
Inoltre, non tutti gli interventi chirurgici possono essere effettuati con il
Da Vinci, ma la chirurgia robotica è ristretta soltanto ad alcuni ambiti come chirurgia
generale, urologia e ginecologia. Non pochi sono gli effetti collaterali, come perdite di sangue nelle
isterectomie robotiche, scariche di corrente, generate dalle componenti delle
estremità chirurgiche del robot. Molte sono le cause legali contro l’ Intuitive
Surgical per l’operato del Da Vinci.
Esistono altri robot chirurgici simili, se non migliori del Da Vinci,
ma il monopolio americano ha impedito la loro comparsa, a causa degli innumerevoli
brevetti che risiedono sulle componenti del robot. Sprint è un prototipo di robot anch'esso per la chirurgia
mini-invasiva, made in Italy, più piccolo ed economico del robot americano. Inoltre
esso è più all'avanguardia, presenta il controllo della pressione degli
strumenti, impedisce, attraverso un sistema automatico di evitamento degli
ostacoli, lo scontro dei bracci robotici e trasmette il senso del tatto al
medico con opportune tecnologie. Tutte queste migliorie possono essere
apportate al Da Vinci, ma poiché esso stesso non ha nessun concorrente, non è
necessario farlo.
Alberto Arezzo, specialista di chirurgia digestiva, afferma: «Quello
che non perdono alla Intuitive è di promuovere a tutti i costi una tecnologia
che avrebbe ancora bisogno di sviluppo. Che i robot possano essere d’aiuto in
chirurgia è fuori di dubbio, ma che questo stato dell’arte sia davvero d’aiuto,
su questo i dubbi ci sono eccome».
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